FACU CONTE OSPITE DI 'FUORI BANDA'
Nel suo caso la parola pallavolo smette l’accezione di pratica sportiva e, sebbene mantenga sullo sfondo un campo, un pallone e una rete da volley, assume sfumature diverse che travalicano proprio quel campo, quel pallone e quella rete. Racconta così di altri significati, sospesi in un equilibrio continuo tra l’essere figlio d’arte e il diventare una promessa del volley, sospesi tra ciò che è leggenda e ciò che è passione sportiva.
Per Facundo Conte, schiacciatore argentino della Lube Banca Marche Macerata, la pallavolo è qualcosa che sta in mezzo all’aria che si respira, che si mangia a tavola col pane, qualcosa che scorre nelle vene e non soltanto perché si porta il cognome di un gigante del volley come il grande Hugo Conte. La passione non si eredita né si impara. E nel n. 7 marchigiano ha trovato terreno fertile.
Al primo anno in Serie A1 nel nostro campionato, dopo tre stagioni passate in A2 tra Catania e Bologna, il martello argentino ha mostrato talento e determinazione ed ha subito conquistato, con la maglia della Lube Banca Marche Macerata, un trofeo europeo importante: la Challenge Cup. Con la Nazionale argentina ha esordito nel 2008 e la scorsa stagione ha partecipato ai Mondiali, classificandosi in nona posizione. In questo momento, sta disputando con la maglia da titolare le Semifinali Play Off Scudetto contro la Bre Banca Lannutti Cuneo.
Mercoledì 4 maggio, in diretta dalle 14.20 sulle frequenze di LatteMiele, Marco Caronna intervista il giovane schiacciatore alla vigilia del fischio di inizio di Gara 4 tra Macerata e Cuneo.
Piccoli estratti di “Fuori Banda”: “La cosa più difficile in Gara 3 a Cuneo è stata quella di non guardare il tabellone del punteggio quando ci trovavamo sotto 10-5 nel tie break”.
Per Gara 4 Facundo si affida alla filosofia trasmessagli del padre: “Devo pensare che dall’altra parte della rete ci sono uomini come me, che il campo è sempre 9x9, che la palla è rotonda e che la rete è sempre alla stessa altezza”. “Beh, una filosofia minimalista – interviene il conduttore – anche se a guardare bene Mastrangelo è difficile pensare che sia proprio come tutti noi. Ma è vero che al tuo esordio in World League al tuo allenatore che era venuto per caricarti e tranquillizzarti tu hai ripetuto la stessa frase?”. “Si. Lui era venuto per placare le emozioni dell’esordio ma io gli ho risposto semplicemente, che era ‘solo’ una partita di pallavolo…”.
Il racconto prosegue e Facundo spiega come la partita di pallavolo in realtà sia stata il filo conduttore di tutta la sua vita da quando i genitori, entrambi giocatori di volley in Nazionale, hanno piantato la prima rete da gioco in giardino. Da quel momento, ammette lo schiacciatore biancorosso: “In fondo le cose più importante nella mia vita sono state ‘solo’ partite di pallavolo…”.
L’intervista integrale sarà in diretta anche online su www.lattemiele.com o collegandosi al link di LatteMiele su www.legavolley.it
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