GIULIANI IN CATTEDRA A ROMA PER UN WORKSHOP ALLENATORI
Sabato prossimo ci sarà il replay a Milano (Centro Pavesi) e nascerà sicuramente sull’onda lunga di quanto (e di buono) è stato fatto sabato scorso a Roma. “Coinvolgente, interessante, gratificante e, soprattutto prezioso: per noi e per i ragazzi che ci hanno seguito”. E’ il commento all’unisono rilanciato dal tecnico biancorosso Alberto Giuliani con Daniele Bagnoli e Luciano Pedullà (in stretto ordine alfabetico), i tre relatori della seconda edizione del WorkShop allenatori, fatto ad un centinaio di giovani tecnici arrivati a Roma da tutta la Provincia e non solo. Palcoscenico di lusso, l’aula Magna del ‘Centro di Preparazione Olimpica Giulio Onesti’ dell’Acqua Cetosa di Roma. Scelta voluta dal presidente del comitato Fipav Lazio Andrea Burlandi, una volta avvicinato dal nostro direttore, Lorenzo Dallari ideatore e, ‘deus ex machina (con il fratello Lanfranco) del particolare corso allenatori. E’ al Centro ‘Giulio Onesti’ che, per una intera giornata, i tre importanti tecnici nazionali hanno tenuto tre specifiche lezioni ai cento corsisti con successivo approfondimento. Il Work Shop, appunto. ‘Il palleggiatore’ ruolo e fondamentale tecnico tattico sviluppato da Daniele Bagnoli, il coach più vincente in Italia. Il tecnico mantovano per oltre un’ora (tempo programmato e utilizzato anche dagli altri due colleghi), ha parlato di un ruolo delicatissimo ma… “Sicuramente il più importante e decisivo del team”. Bagnoli ha messo Il regista sotto la lente di ingrandimento, puntando ripetutamente su tre valori specifici che devono appartenere, possibilmente, ad un palleggiatore: “Deve essere preciso, avere velocità e creatività. Spero che ne abbiate tra di voi” ha detto sorridendo guardando i tanti giovani allenatori presenti. Una sala attenta e silenziosa nel seguire anche il successivo intervento di Alberto Giuliani, coach della Lube Macerata, che spiegava (anche attraverso filmati e riproduzioni tecniche) l’importanza e la duttilità della ‘Correlazione muro-difesa’. Una presentazione scrupolosa per dei fondamentali di gioco … “Che possono e devono produrre punti per inseguire continuamente un successo” ha ricordato il coach marchigiano, alla sua seconda partecipazione, dopo quella di Milano 2012. Una relazione, quella di Giuliani, ricca di punti di riferimento e che ha messo gradualmente nel mirino dettagli, anche minimali. “Ma necessari per arrivare alla migliore concretezza tecnico-tattica. E su un qualsiasi pallone da difendere, poi, deve esserci massima volontà e determinazione – ha detto il tecnico Lube -. Anche per questo motivo, durante le fasi di allenamento, come va curata in maniera estrema e la posizione sottorete, al tempo stesso va seguito, motivato e continuamente stimolato il giocatore che deve raggiungere e difendere il pallone”. Ad aprire i lavori (nella prima mattinata di sabato e, andata avanti sino alle 19,30, con una brevissima pausa-pranzo) era stato Luciano Pedullà, che tutto sa e tutto conosce del pianeta femminile. Allenatore di grande spessore, parlando nello specifico ‘dell’attaccante-ricettore’ , il tecnico lombardo ha mirato sul pallone in arrivo da una battuta avversaria, come punto di partenza per la costruzione della fase offensiva, guardando a chi riceve “che spesso viene chiamato alla schiacciata” oppure al ricettore che, segue l’azione del suo team, provando a leggere e così anticipare ciò che accadrà nel giro di secondi: sul suo campo e, dall’altra parte della rete. Relazioni particolarmente specifiche, dunque prima del gran finale con i tecnici a confronto, in tre diverse aule del ‘Centro Onesti’, per una chiusura del corso da tutti i giovani partecipanti definita, geniale e stimolante.
(da www.dallarivolley.com)
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